giovedì 6 novembre 2008

Il Consigliere Alessandra D'aguanno promuove: Seminario di educazione alla legalità all’istituto Mattarella

Cari amici del Blog,
combattere la mafia non è nè di destra nè di sinistra è un impegno che coinvolge tutti gli uomini onesti che vogliono eliminare un fenomeno limitante quale quello mafioso. Da sempre la Destra ha portato avanti il concetto della lotta alla mafia, a titolo esplicativo basta ricordare un magistrato di Alleanza Nazionale Paolo Borsellino che ha pagato con la vita la sua lotta alla mafia.
In questi ultimi tempi, la mafia ha lasciato l’epoca stragista, tentando di spostare il suo campo di azione attraverso l'infiltrazione nel tessuto produttivo del territorio; C'è il tentativo da parte dell’attuale Governo di combattere la nuova mafia con una azione di smantellamento costante degli apparati criminali ed una particolare attenzione alla destinazione ed ai destinatari di tutti i tipi di finanziamenti. E' di oggi la notizia che la Regione Siciliana ha approvato una norma con il quale anche in caso di morte di un mafioso, i beni andati in eredità possono essere confiscati ugualmente. Ma tutto questo non basta perchè proprio per la diversificazione delle forme di mafia e la loro presenza ramificata sul territorio, fa diventare sempre più difficile combatterla.
Alleanza Nazionale, Azione Universitaria ed Azione giovani hanno l'intento di essere di nuovo protagoniste dell’ “antimafia dei fatti” ed è in questa politica che il consigliere Alessandra D'Aguanno ha proposto ed ottenuto che si svolgesse nelle scuole un "Seminario di Educazione alla legalità" all'Istituto Mattarella. Dopo il saluto di benvenuto ai partecipanti da parte del sindaco Marzio Bresciani, dell’Assessore alla cultura Daniela Di Benedetto, e del dirigente scolastico dell’istituto Mattarella Vincenza Caleca, relazioneranno Lucia Ievolella, dirigente dell’istituto alberghiero “Cascino” di Palermo, Giuseppe Linares, capo della squadra mobile di Trapani, Vincenzo Conticello, imprenditore di Palermo e l’onorevole Livio Marrocco.
E' necessario oggi educare le nuove generazioni non solo alla cultura della legalità e trasparenza ma anche ad essere attivi nel smantellare quella cultura pseudo mafiosa che spesso emerge nel comportamento dei siciliani, sapendo riconoscere che la mafia è stata da sempre un freno per l'evoluzione naturale della nostra terra. E' necessario rafforzare i mezzi istituzionali di contrasto alla criminalità al fine di poter recuperare quei territori nei quali è impedita la presenza dello Stato.

Dobbiamo mettere di fronte ad una sinistra parolaia, la politica attiva dei fatti portata avanti da tanti magistrati, dalle forze dell'ordine e di tante persone oneste che vogliono dire basta a questo fenomeno debilitante. La controrivoluzione culturale nella lotta alla mafia da Destra, deve partire da un rinnovamento delle coscienze e della mentalità; punto fondante di questo rinnovamento deve essere la percezione, da parte del cittadino, di uno Stato sempre presente, amico e che protegge e non come entità partecipe della vita del singolo solo per chiedere tasse o solo alle cerimonie ufficiali o peggio a dei solenni funerali. Di pari passo alla lotta alla mafia, devono procedere le occasioni di sviluppo, specialmente per il Sud d’Italia, dove le organizzazioni criminali sono spesso viste come l’unica occasione di “lavoro”. Il diritto allo studio e la diffusione della cultura sono le armi che abbiamo in mano per dare una ulteriore spallata all’estensione del fenomeno mafioso.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

come può un massone come marrocco parlare di antimafia? soprattutto come può un portatore di istanze conservatrici e reazionarie come il fascista Marrocco fare antimafia? Come può una amministrazione legata a doppio filo con quella precedente sciolta per infiltrazioni mafiose organizzare un seminario antimafia?

Anonimo ha detto...

Come può un cretino come te esistere???

Anonimo ha detto...

Marrocco, bello, giovane ma non abbronzato solo un pò massone....

Anonimo ha detto...

Leggo tre commenti al “Seminario di educazione alla legalità all’Istituto Mattarella”, organizzato dal comune di Castellammare del Golfo e con la partecipazione di tal sig. Marrocco. Il tono dei commenti sono preoccupanti, mi auguro solamente dettati da passioni estemporanee, per nulla espressione di un territorio a tratti allontanatosi dalla società civile la cui massima espressione istituzionale si era collocata al fuori dal consorzio umano, in quello della barbarie e dell’omicidio.
Ecco perché questi commenti sconcertano.
Il comune di cui si parla e quello di Castellammare del Golfo, che se è stato sciolto per mafia una qualche ragione deve esserci stata, e se consideriamo che il provvedimento è stato preso da un governo di centro destra – lontano da possibili accuse di comunismo, per quanto noi sappiamo che la mania di persecuzione da comunisti è propria del pluriassassino e stragista Totò Riina – ancora più cautela è necessaria per facili autoassoluzioni.
Trattandosi dunque di un contesto sociale ad alta densità mafiosa, ed essendo noto che i metodi utilizzati dalla mafia per imporre il proprio dominio economico/politico/culturale e sociale è basato sulla intimidazione, la strage, l’omicidio, sarebbe consigliabile, per i cittadini di questo territorio, mantenere toni e modalità di confronto e di relazioni sociali entro i confini della moderazione (moderazione linguistica mi auguro in questo caso), del ragionamento e del convincimento, ricercando i contenuti ed il linguaggio (nella comunicazione il linguaggio non è soltanto quello linguistico, e tutti sappiamo distinguere il linguaggio mafioso).
Ed invece della moderazione e del ragionamento a cosa assisto? Alla negazione dell’altro, al suo annientamento, che auspica la morte di un interlocutore di cui non si condividono le argomentazioni, che pone delle domande, per quanto spinose e certamente inquietanti.
Nel primo commento un anonimo (ed ora mi spiego perché abbonda l’anonimato nei blog di questa zona della Sicilia) avanza alcuni interrogativi in merito al Sig. Marrocco (che a questo punto bene farebbe a ritirare la propria adesione da seminario sulla mafia, per i turbamenti che in questo momento provoca nelle coscienze dei suoi stessi concittadini, e produrre tutti i ragionamenti necessari a chiarire la propria posizione, data la sua buona fede ed estraneità a patti scellerati)..
L’anonimo chiede e si chiede.
a) come può un massone come Marrocco parlare di antimafia?
b) Come può un portatore di istanze reazionarie e fasciste come Marrocco parlare di antimafia?
c) Come può una Amministrazione legata a doppio filo con quella precedente mafiosa (la precedente era mafiosa in quanto sciolta dallo stato per mafia) organizzare un seminario antimafia?
Sono domande a mio avviso legittime per un territorio come questo che, nel caso dovessero rispondere al vero, fanno correre pericolo di vita a chi le pronuncia, e se non rispondono al vero (e tutti ce lo auguriamo) sono comunque espressione di forti preoccupazioni e paure e turbamenti di cittadini e meritano comunque una risposta argomentata, sobria, galileiana, civile da parte di chi viene in tal modo messo in discussione, in questo caso il Sig. marrocco.
Ed invece come gli si risponde e cosa gli si dice? Gli si dice che per le domande avanzate merita di non vivere, di morire!
Mi sembra la risposta minacciosa, quanto macchiettistica, data da Michele Greco detto il papa, al giudice in una sua deposizione al maxi processo.
Vi ricordate? Imputato di essere il capo della commissione di cosa nostra si rivolse in questi termini al giudice “vorrei dire una parola, la violenza non fa parte della mia dignità, glielo ripeto, la violenza non fa parte della mia dignità, la ringrazio signò presidente” continuando la sia difesa in ragione del cognome che portava e che se si fosse chiamato, mettiano, Roccapinnuzza, le malelingue, i cretini, i calunniatori non lo avrebbero colpito: Michele Greco detto il papa ha finito i suoi giorni in un carcere.
Dunque deve essere il Sig. Marrocco a portare una parola di verità in tutta la vicenda, essendo Egli estraneo ai rilievi mossigli ha l’obbligo di fare chiarezza, con il ragionamento ed i comportamenti.
L’Amministrazione deve fare luce ai suoi concittadini di ogni estraneità con la precedente amministrazione mafiosa e perciò stesso sciolta per mafia.
Tanto più lo deve a quanti vivono di turismo e non certamente di traffici illeciti e patti scellerati: data questa realtà non è certo consigliabile passare per questi territori e queste realtà sociali.
ANONIMO

Lentini Nicolò ha detto...

Ciao Anonimo 4,
grazie per il commento peccato che è un commento anonimo malgrado ne abbia apprezzato il calore e il modo garbato nell'esprimere le proprie idee. Naturalmente avrei da ridire su alcuni punti. Mi limito a ribadire un concetto già espresso nel post: La lotta alla mafia non è nè di destra nè di sinistra! Sono contento quando le iniziative vengono da una parte e l'altra. Anzi spererei che questa competizione a chi è più bravo a combattere la mafia esplodesse in modo tale che ungiorno potremo svegliarci e dire che la mafia non esiste più.

Anonimo ha detto...

Giù la Maschera, Conoscere la Mafia-Imparare l'Antimafia. Sono stati questi gli argomenti trattati questa mattina durante il seminario di educazione alla legalità presso l'istituto superiore P.Mattarella. " Io ho voluto organizzare questo seminario per diversi motivi: -per sensibilizzare gli animi dei ragazzi nella lotta alla mafia; -per far capire il vero significato di antimafia; -ma soprattutto per dire basta! Togliamoci questa maschera che portiamo, la comoda maschera dell'indifferenza, della prepotenza, dell'ignoranza, dell'ipocresia, del dolore, della paura, del silenzio...
Non pieghiamoci davanti a qualunque compromesso o ricatto. Liberi dai condizionamenti e dalle sottomissioni.
Ricordiamoci che ognuno di noi ha una dignità, la dignità umana che va rispettata!"
Concludo con il mio motto, che è la frase del giudice Paolo Borsellino e spero che faccia riflettere anche a voi: "é normale che esiste la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti!"
Per concludere- NELLA VITA CHI NULLA TEME, PUò TUTTO!!!-

Anonimo ha detto...

sono pienamente d'accordo con anonimo 4
ciao peppe

Anonimo ha detto...

BOZZA NON CORRETTA
e senza titolo

Su questo blog apprendiamo, dall’intervento della Signora Alessandra D’Aguanno, consigliera comunale del paese ed organizzatrice della iniziativa, dello svolgimento del seminario svente per tema “Conoscere la mafia – imparare l’antimafia, giù la maschera”, nella mattinata di sabato.
Nel commentare le attività del seminario la consigliera ne enuncia le finalità “per sensibilizzare gli animi dei ragazzi nella lotta alla mafia; … per dire basta! Togliamoci questa maschera che portiamo, la comoda maschera della indifferenza, della prepotenza, dell’ignoranza, dell’ipocrisia, del dolore, della paura, del silenzio…”.
Tutte finalità che, con l’aggiunta del sostantivo “omertà” – termine che non possiamo abbandonare se non vogliamo contraddirci e cade non solo nell’ipocrisia ma nella manipolazione – possono essere condivisibili da destra che da sinistra.
Concordo così con l’apertura della lettera di presentazione dell’iniziativa al blog – ritengo fatta dal partito di riferimento della consigliera e non mi spiego perché non sia stata firmata – in presentazione delle attività dove dice “combattere la mafia non è né di destra né di sinistra, è un impegno che coinvolge tutti gli uomini onesti che vogliono eliminare il fenomeno limitante quale quello mafioso”, facendo altresì un richiamo estremamente coraggioso al giudice Borsellino a legittimazione della destra nella lotta alla mafia, rivelando però, questa volta, incertezza culturale nel rivendicarne l’appartenenza al partito di Alleanza Nazionale ed una certa rigidità di pensiero: Borsellino, come Falcone e tanti altri, non è possibile inchiodarli alle angustie partitiche, appartengono alle lotte per la civiltà e della emancipazione, ed allora siamo noi che dobbiamo iscriverci al loro partito, alla loro causa, alla loro tensione, come a quella di tutti coloro che hanno combattuto contro le schiavitù e le oppressioni.
Ma procediamo con ordine. Se siamo coerenti con le enunciazioni, dobbiamo ritenere che iniziative contro la mafia siano iniziative contro la mafia e non dirette contro l’altra parte politica, perché nello stesso testo noi leggiamo “…Dobbiamo mettere di fronte ad una sinistra parolaia, la politica attiva dei fatti portata avanti da tanti magistrati, dalle forze dell'ordine e di tante persone oneste che vogliono dire basta a questo fenomeno debilitante…” dando l’impressione, e non soltanto quella, che il seminario avesse come fine quello di spiazzare la sinistra. Ma io vado oltre per dire che queste iniziative vanno fatte congiuntamente con esponenti della destra e della sinistra contro la mafia, ma perché ciò avvenga, - qui faccio riferimento alla teoria della circolarità della comunicazione – è necessario che ciascuna parte crei condizioni di agibilità all’altra parte, fermo restando che ciascuno poi coniugherà la propria prassi con la propria sensibilità. Quanto lontani siamo. C’erano in questa iniziativa le condizioni perché potesse essere svolta comunemente alla sinistra? Non mi pare, ma prendiamola come occasione per imparare la lotta alla mafia. Nel blog qualcuno aveva avuto a che ridire con il Sig. Livio Marrocco, che da una breve ricerca apprendo essere un Consigliere regionale, e gli appunti erano di una certa gravità, addirittura di relazioni con la massoneria – triste la storia della massoneria nel trapanese, generatrice di lutti e miserie -. La consigliera Alessandra D’Aguanno nel riportare l’ordine dei lavori, ha ritenuto di non fare alcun riferimento alle perplessità espresse dai cittadini in merito al consigliere Marrocco, ritengo che avrebbe dovuto farlo argomentando e non ingiuriando ed offendendo (caratteristica tipica dei mafiosi quando vengono acciuffati che davanti ai giudici accusano i comunista e le malelingue).
Ma un altro dubbio mi assale, cosa ci faceva tutta sta gente un sabato mattina in un istituto scolastico? Dai nomi e dalle cariche di ciascuno mi sembra che c’era qualcuno di troppo. Nella scuola vanno cariche istituzionali e non partitiche ancorché consiglieri comunali e regionali. Certo può andare un consigliere, se la sua presenza è legittimata da particolari meriti sull’argomento trattato, avere delle pubblicazioni scientifiche in merito od essersi distinto particolarmente. Un assessore può andare in una scuola, un ministro e non un parlamentare – tranne che il parlamentare non vada per esempio in veste di membro della commissione antimafia- , il capo della squadra mobile può entrare nella scuola in veste di relatore ed un imprenditore, in qualità di testimone privilegiato, ma i consiglieri? Non sono questioni marginali se vogliamo parlare di legalità. Comunque è una strana prassi, un partito che si appropria di un Istituto Statale.
Un’ultima curiosità irriverente, ma il consigliere Sigor Marrocco di che ha parlato, della necessità di una nuova aristocrazia, basata sulla natura elitaria del proprio spirito di uomini “differenziati ?, e la carta dei diritti dell’uomo, dove la mettiamo?
Perché io penso che mai la Consigliera D’Aguanno, ancorché di destra, prenderà le distanze dalla carta dei diritti dell’uomo che dai principi della Costituzione Italiana.
Nicolò del IV intervento