sabato 27 ottobre 2007

Pane troppo caro?


Cari amici del Blog,

il prezzo del pane è cresciuto alle stelle.... addirittura si parla di un rincaro del 79% e in altri casi del 50%. Il caro vita si sta allargando ai beni di prima necessità tra cui il pane. Per ovviare al problema
c'è un rimedio: farselo in casa!

ecco la ricetta:

Lievito: Sciogliere 1 cubetto di lievito di birra con 1 cucchiaino di zucchero in mezzo litro di acqua tiepida.

Farina: In un kg di farina di grano duro mettere l’acqua con il lievito, mezzo bicchiere di olio di oliva e tre pizzicotti di sale.

Impasto: Lavorare la pasta per 10 minuti, quando è compatta e liscia lasciare riposare su un ripiano per circa un’ora.

Cottura: Appoggiare il pane sul ripiano inferiore del forno ancora freddo.
Cuocere a 220° per circa un’ora.
E' usanza qui in sicilia, l'ho visto fare ad una mia vicina di casa, quando finiva di fare l'impasto faceva un segno di croce con il coltello sull'impasto. Fare il pane è come fare un rituale, è naturale che ad esso viene legato alla religiosità popolare marcatamente spiccata in Sicilia, tenuto conto che il Pane è rappresentativo del corpo di Cristo nelle liturgie delle chiese d'Oriente e d'Occidente.
Scrivete un commento se avete provato a fare il pane in casa e raccontate la vostra esperienza!

Berlusconi assolto dal processo SME



fonte: Stampa.it

ROMA

Diventa definitiva l’assoluzione per Silvio Berlusconi nel processo Sme. Lo ha deciso la Sesta sezione penale della Cassazione e che, dopo due ore di camera di consiglio, ha respinto il ricorso della Procura di Milano contro l’assoluzione dall’accusa di corruzione in atti giudiziari accordata all’ex premier dalla Corte d’Appello di Milano lo scorso 27 aprile.

Il collegio della Suprema Corte, presieduto da Giorgio Lattanzi, ha infatti rigettato il ricorso presentato dalla Procura generale di Milano contro la sentenza con cui, il 27 aprile scorso, la Corte d’appello del capoluogo lombardo aveva pronunciato l’assoluzione nei confronti dell’ex premier, accusato di corruzione in atti giudiziari. Anche il Pg di Cassazione Oscar Cedrangolo, aveva stamane, nella sua requisitoria, sollecitato il rigetto del ricorso.I giudici d’appello, ai quali il processo era giunto dopo la bocciatura da parte della Consulta della Legge Pecorella, avevano infatti ritenuto di dover assolvere Berlusconi dall’accusa di aver corrotto i giudici romani per la vicenda Sme. In primo grado, invece, il 10 dicembre 2004, il leader di Forza Italia era stato assolto da una delle imputazioni, mentre per l’altra i giudici avevano dichiarato prescritto, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, il reato di corruzione inerente il cosiddetto bonifico ’Orologiò, cioè i 434 mila dollari che, secondo l’accusa, erano passati da un conto riconducibile alla Fininvest, attraverso Cesare Previti, all’ex capo dei Gip di Roma Renato Squillante.

Tabaccai d'Italia uniti per la sicurezza delle tabaccherie



Cari amici del Blog,


le nostre tabaccherie sono quotidianamente nel mirino della criminalità.

I tabaccai ogni mattina alzano la serranda per svolgere il loro lavoro onestamente, consapevoli di lavorare per lo Stato, riscuotendo denaro per conto dello stesso. Ciò nonostante, non ricevono alcuna tutela né sostegno da quello stesso Stato per cui sono i maggiori collettori di imposte.

Per questo lunedì 29 ottobre dalle ore 11 in piazza della Repubblica a Roma, più di 5.000 tabaccai sfileranno con il Presidente della Federazione Tabaccai Italiani, Giovanni Risso per le vie della capitale, chiedendo al Governo più sicurezza per l’intera categoria e per tutti i cittadini.

Per questo motivo i tabaccai abbasseranno le serrande delle loro tabaccherie dalle 12 alle 13 di lunedì 29 ottobre per solidarietà con i colleghi che manifesteranno a Roma.

La mia tabaccheria aderirà alla manifestazione e rimarrà chiusa per un ora per solidarietà alla categoria, speriamo che la manifestazione ottenga dei buoni risultati.

giovedì 25 ottobre 2007

L'orientamento sessuale non è una scelta.

Fonte: TGcom

L'intento era quello di dire no alle discriminazioni sessuali. L'effetto è stato un sollevarsi di polemiche dopo che la regione Toscana ha realizzato una campagna pubblicitaria nella quale compare l'immagine di un neonato con la classica fascetta a polso dove, al posto del nome, c'è scritto "omosessuale".
Il centrodestra: "Raccapricciante". "L'Italia si adegui alla Toscana", ha commentato il presidente dell'Arcigay Mancuso.
La foto shock, ceduta gratuitamente, arriva dal Quebec, realizzata dalla Fondazione canadese Emergence. In Toscana l'immagine sarà affissa in luoghi pubblici e farà parte di campagne pubblicitarie, cartoline e depliant. Il bambino "omosessuale" sarà anche il logo di una due giorni di incontri contro le discriminazioni che si svolgerà a Firenze, il 26 e 27 ottobre prossimi nell'ambito del Festival della creatività.Ma la campagna non ha mancato di sollevare critiche da varie parti.
Mentre le associazioni gay e alcuni rappresentanti del centrosinistra hanno accolto con favore l'iniziativa, Luca Volonté del centrodestra ha giudicato il manifesto della Regione Toscana "assolutamente raccapricciante". "Strumentalizzare i neonati per far passare l'idea che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata dei bambini - ha detto - è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico, politico e sociale".
Massimo Polledri della Lega ha chiesto che la "Regione Toscana ritiri immediatamente questi manifesti così di pessimo gusto. Utilizzare i bambini ricorda quelli del ventennio vestiti da balilla con il fez, con la differenza che già gli mettono un simbolo di appartenenza".
Secondo Isabella Bertolini (Forza Italia), "pur di affermare un modello alternativo di società, nel quale domina l'indeterminatezza sessuale, la Regione Toscana non esita ad utilizzare un neonato in modo strumentale ed ideologico".Si è difeso il promotore del progetto, l'assessore regionale alle riforme istituzionali Agostino Fragai: "Affrontare le discriminazioni sessuali - ha affermato - non toglie nulla, né in termini di tempo né di risorse, ad altri problemi. Una società più coesa, che non discrimina, assicura più diritti per tutti".
Bertone: "Non si arrivi fino a questo punto""Non è il caso di arrivare a fare uno spot di quel genere": il cardinale Tarcisio Bertone, condanna in questi termini la pubblicità diffusa dalla Regione Toscana. "Questa è una cosa un po' strana - ha affermato il porporato a margine della presentazione di un concerto per il Bambin Gesù che si terrà il 20 novembre in Vaticano - non è il caso di arrivare a questo punto"


Credo che il rispetto verso gente con orientamento sessuale diverso deve essere la base di società civile come la nostra.

lunedì 22 ottobre 2007

Prossimo V-day sarà sull'Informazione


Cari amici del Blog,
dopo il successo del V-day di Beppe Grillo, siamo in attesa che ci venga rivelata la data del prossimo V-day quello che riguarderà l'informazione. La nuova proposta di legge popolare del V-day riguarderà due quesiti:

- l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria.

- l’abolizione dell’ordine dei giornalisti.


Il nostro piccolo gruppo aderirà alle aventuali manifestazioni, mi sti adoperando per contattare i ragazzi di Palermo, per discutere su alcuni punti del prossimo V-day sull'Informazione.

Dal mio punto di vista sono concorde per l'abolizione dei finanziamenti pubblici all'editoria, oggi in Italia, la maggior parte dei soldi per la stampa vengono percepiti per il 90% dai poteri forti, il 10% dalla vendita. I poteri forti quindi hanno la facoltà a loro piacimento di eclissare una notizia scomoda, un esempio è il tentato boigottaggio del V-day, TG1 ha dato alla notizia solo 19 secondi, dopo che la bomba è scoppiata per due settimane non si è parlato di altro.

Sono d'accordo anche sull'abolizione dell'ordine dei giornalisti, apprendo che già una proposta del genere è stata portata avanti da Capezzone, con le prese di posizioni del Presidente dell'ordine dei Giornalisti del Lazio. Per essere un giornalista, non c'è bisogno di essere iscritto in un albo, si guarda infatti infatti al modello francese.

Per il prossimo V-day avremo un giornalista che ci darà il suo appoggio. Stay Tuned


PS. Chiedo a qualche giornalista che ha più competenza di noi del meetup, di darci qualche chiarimento e delucidazione su quello che potrebbe succedere con l'abolizione dei due punti.

Pandolfo a colazione ed è subito "Premio Sicilia"


Cari amici del Blog,

oggi vi parliamo di un successo tutto siciliano, una trasmissione satirica su una radio locale "Radio Alcamo Centrale" condotta dal comico Pandolfo, e supportato dal giornalista Fabio Barbera, viene premiata con il Premio Sicilia. Ho chiesto a Fabio Barbera di mandarmi una e-mail per spiegarci meglio di cosa si tratta: Buona Lettura!
Continua a macinare successi la trasmissione radiofonica “Pandolfo a Colazione” targata Radio Alcamo Centrale. Una giuria di qualità ha assegnato proprio al team di Pandolfo il Premio Sicilia Radio-TV come trasmissione radiofonica di intrattenimento più simpatica. L’onoreficenza sarà assegnata ai conduttori, il comico Antonio Pandolfo, la spalla Fabio Barbera e il regista Peppe Parrino, a fine gennaio, in occasione dell’evento che si consumerà a Siracusa. “Il segreto del successo di questa trasmissione – spiega Fabio Barbera, co-conduttore della trasmissione e responsabile degli ospiti in tramissione – è un mix curioso e ben amalgamato fatto di notizie, rubriche, interviste, cabaret e buona musica con band anche live. Adesso poi diamo più spazio anche al popolo del web che, Beppe Grillo insegna, non sta mai fermo: abbiamo realizzato il nuovo sito www.pandolfo.radioalcamocentrale.it/, dove si può chattare e ascoltare in diretta streaming la trasmissione, nonché scoprire schede e curiosità su inventori, band, personaggi e notizie che ospitiamo di puntata in puntata”. La giuria e gli autori del Premio Sicilia (www.premiosicilia.com) ha così notato questa trasmissione, giunta alla terza edizione, e ha deciso di premiarla.

Al Duo Pandolfo-Barbera i migliori auguri da parte del Blog.

sabato 20 ottobre 2007

Risposta di Ricardo Franco Levi a Grillo


Cari amici del Blog,

questa la risposta di Levi a Beppe Grillo sulla Legge bavaglio. Riporto integralmente la lettera:



Lettera del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio On. Ricardo Franco Levi a Beppe Grillo
19 Ottobre 2007
Caro Grillo,
ho letto il suo commento al disegno di legge di riforma dell’editoria appena approvato dal governo e vorrei tranquillizzare lei, i lettori del suo blog e, più in generale, il “popolo di Internet”.
Con il provvedimento che tra pochi giorni inizierà il suo cammino in Parlamento non intendiamo in alcun modo né “tappare la bocca a Internet” né provocare “la fine della Rete”. Non ne abbiamo il potere e, soprattutto, non ne abbiamo l’intenzione.
Ciò che ci proponiamo è semplicemente di promuovere la riforma di un settore, quello, per l’appunto dell’editoria, a sostegno del quale lo Stato spende somme importanti, che è regolato da norme che si sono succedute in modo disordinato nel corso degli anni e che corrispondono ormai con grande fatica ad una realtà profondamente cambiata sotto la spinta delle innovazioni della tecnologia.
Non abbiamo lavorato nel chiuso delle nostre stanze. Abbiamo pubblicato uno schema di legge e un questionario sul nostro sito internet, abbiamo ascoltato e incontrato tutti gli operatori del settore (gli editori grandi e piccoli, i giornalisti, gli specialisti della pubblicità, i distributori, gli edicolanti, i librai), ci siamo fatti aiutare da esperti dell’economia e del diritto.
Il risultato del nostro lavoro, il disegno di legge approvato dal governo, è leggibile sul nostro sito
(http://www.governo.it/Presidenza/DIE/index.html) dove pure si possono trovare in totale trasparenza tutti gli elementi e i dettagli dell’intervento pubblico a favore dell’editoria.
Ci siamo mossi avendo un punto di riferimento preciso e impegnativo: la tutela e la promozione del pluralismo dell’informazione. Un principio affermato con chiarezza dalla Costituzione e che nell’articolo numero 1 del nostro disegno di legge abbiamo definito come “libertà di informare e diritto ad essere informati”.
Niente, dunque, è stato ed è più lontano dalle nostre intenzione della volontà di censurare il libero dibattito dei e tra i cittadini.
Ci occupiamo di editoria persuasi che, nel tempo in cui viviamo, un prodotto editoriale si definisca a partire dal suo contenuto (l’informazione), e non più dal mezzo (la carta) attraverso il quale esso viene diffuso.
Vogliamo creare le condizioni di un mercato libero, aperto ed organizzato in modo efficiente. Per questo, intendiamo, tra le altre cose, abolire la registrazione presso i Tribunali sino ad oggi obbligatoria per qualsiasi pubblicazione e sostituirla con l’unica e più semplice registrazione preso il Registro degli Operatori della Comunicazione (Roc) tenuto dall’Autorità Garante per le Comunicazioni (AgCom).
Anche su questo punto, da lei particolarmente criticato e temuto, lo spirito della nostra legge è chiaro. Quando prevediamo l’obbligo della registrazione non pensiamo alla ragazzo o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio blog. Pensiamo, invece, a chi, con la carta stampata ma, certo, anche con internet, pubblica un vero e proprio prodotto editoriale e diventa, così un autentico operatore del mercato dell’editoria.
Siamo consapevoli che, soprattutto quando si tratta di internet, di siti, di blog, la distinzione tra l’operatore professionale e il privato può essere sottile e non facile da definire. Ed è proprio per questo che nella legge affidiamo all’Autorità Garante per le Comunicazioni il compito di vigilare sul mercato e di stabilire i criteri per individuare i soggetti e le imprese tenuti ad iscriversi al Registro degli Operatori.
L’informazione è un elemento prezioso e decisivo per la democrazia e deve essere trattata con estrema attenzione e rispetto. Per questo, ripeto – e non per sfuggire alle nostre responsabilità –, pensiamo che sia bene, affidarsi ad autorità che abbiano la competenza per regolare una materia così specifica e che siano indipendenti rispetto ai governi e al potere politico.
Quanto alle responsabilità, la sostanza di ciò che abbiamo scritto nel nostro disegno di legge – e mi sembra una disposizione di buon senso – è che per chi pubblica un giornale debbano valere le medesime regole sia che si tratti di un giornale stampato sia che si tratti di un giornale on-line.
Più in generale e al di là di quanto previsto dalla nostra legge, credo, però, che il tema della responsabilità per ciò che viene pubblicato sulla rete sia un tema importante e che a nessuno dovrebbe stare più a cuore che a chi usa, apprezza e ama la rete.
Certo che il suo blog non chiuderà, le invio, caro Grillo, un cordiale saluto
Ricardo Franco Levi

NO alla legge bavaglio dei Blog!


Cari amici del Blog,


nel blog di Beppe Grillo apprendo che il consiglio dei ministri sta tentando di introdurre una legge Nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo per l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale” che di fatto limita la libertà di espressione su Internet. La legge bavaglio porta il nome di Riccardo Franco Levi (nella fotp, braccio destro di Prodi, prevede che che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro. Se la nuova legge andasse veramente in porto, questo Blog non potrebbe esisterebbe, poichè nel mio piccolo faccio anche informazione, non potrei permettermi un direttore e forse non potrei pagare il bollo per l'iscrizione al ROC. Il Ministro Di Pietro, è intervenuto nella faccenda, precisando il disegno di legge non è stato discusso nel Consiglio dei Ministri del 12 ottobre perchè presentato come provvedimento di normale routine.Ho letto il testo oggi per la prima volta e la mia opinione è che vada immediatamente bloccato il disegno di legge che, nei fatti, metterebbe sotto tutela Internet in Italia e ne provocherebbe probabilmente la fine. Il nostro Blog, è a disposizione e sensibile verso qualsiasi manifestazione che verrà intrapresa nei confronti della suddetta legge antidemocratica Levi-Prodi.


giovedì 18 ottobre 2007

Il B-day : Bamboccioni d'Italia unitevi.....


Cari amici del Blog,


Parte dalle gaffe del nostro simpatico Ministro dell'Economia, Padoa Schioppa, sui Bamboccioni d'Italia, (i giovani tra i 20-40 anni che vivono ancora sotto il tetto dei genitori) l'idea di svolgere una manifestazione chiamata B-Day, per protesta contro le affermazione del Ministro.

Il termine bamboccione, ha suscitato una sorta di ribellione giovanile, i giovani odierni stanno pagando gli errori fatti in passato e nell'immediatezza, il caro vita e gli affiti alle stelle, i prezzi degli immobili che salgono sempre di più, non permettono ai giovani di poter fare il taglio del cordone ombelicare.

L'idea del B-day nasce da Luca Degli Esposti, 24 anni, che si definisce un «bamboccione» come tanti altri: lavora come webdesigner per una nota azienda di lingerie e vive a Bologna, naturalmente a casa dei genitori. Ecco come spiega l’idea e le finalità che si pone il B-day: «Ho scelto di organizzare il Bamboccione Day perché mi sono sentito particolarmente offeso dalle non felici dichiarazioni di Tommaso Padoa Schioppa. Una manifestazione è un modo, concreto e civile, per dimostrare che siamo bamboccioni non per scelta o filosofia di vita, bensì per costrizione, per forzature che non sono imputabili a nostre scelte personali o generazionali».

Nel suo sito http://www.cellulotto.org/ si possono trovare le informazioni generali per aderire al B-day, una manifestazione organizzata in tutta Italia e che ha già raccolto molte adesioni. Per partecipare basta acquistare la magliettina con su scritto "io sono un bamboccione" e alla fine della manifestazione prevista per il 1° dicembre, la magliettina sarà inviata al Ministro Padoa Schioppa con la richiesta "Mamma me la lavi".

Al di là dell'idea simpatica del B-day, esiste una sorta di problema legato ai figli che ancora rimangono con i genitori e che non hanno quella indipendenza che invece vorrebbero avere.

Un esempio lo si può riscontrare leggendo il Blog di Beppe Grillo, http://www.beppegrillo.it/ dove un utente spiega l'iter per non essere più un bamboccione, la realtà è triste perchè a differenza di una famiglia numerosa, le famiglie unicellulari vengono gravate da molte spese. Quindi non è semplice la vita per un single che decide di lasciare il tetto paterno, poichè oltre all'acquisto dell'immobile, che è quasi impossibile per via dei bassi stipendi che non sono allineati al caro vita, esistono delle spese aggiuntive quali spese condominiali, luce, gas e manutenzione che costringono l'individuo a dover fare la scelta di rimanere in casa con i genitori per mantenere un certo tenore e qualità di vita che altrimenti non potrebbe avere. A questo bisogna aggiungere che gli studi universitari e il primo ingresso nel mondo del lavoro vengono postergati di molti anni, quindi i cosidetti Bamboccioni, per progredire nella loro carriera hanno la necessità di avere il supporto a volte anche economico dei genitori.

Ci sono altri aspetti che dovrebbero essere messi in evidenza, ma che eviterò di scrivere per non appesantire la lettura, vi è una tipologia di ragazzi che non definirei bamboccioni, ma che chiamerei "parassiti" quest'ultimi per comodità, non lavorano, non studiano e oziano dalla mattina alla sera, gravando sulle loro famiglie.
Ipso dixit

lunedì 15 ottobre 2007

Rapiti due sacerdoti in Iraq


Cari Amici del Blog,


c'è una moda ormai consolidata che riguarda gli attacchi alla Chiesa Cattolica. E' una moda che tocca tutti gli strati sociali della società, dal basso verso l'alto. Le lobby ebraiche americane si divertono a raccontare barzellette sui cattolici, i terroristi islamici portano avanti la distruzione fisica dei Cattolici, distruggendo le chiese e chi le frequenta.

A Mosul, sono stati rapiti due sacerdoti, padre Pius Afas anziano sacerdote siro-cattolico e il giovane prete da poco ordinato Mazen Ishoa. I due sacerdoti sono stati rapiti mentre andavano dal centro alla parrocchia di Nostra Signora di Fatima.

Papa Benedetto XVII ha rivolto un appello accorato affinche i due sacerdoti "due buoni sacerdoti rapiti a Mosul e ora minacciati di morte" vengano rilasciati nel più breve tempo possibile.


La maggior parte dei media mondiale seguendo la moda della critica alla Chiesa, è attenta più alle cose che destano scandalo come la pedofilia, di cui si è parlato e straparlato, ma dei continui martiri e uccisioni di preti, monaci, missionari massacrati perchè testimoniano con la loro vita la loro fede, nessuno ne parla, non è molto scandaloso.

Il mondo occidentale, vede con disprezzo la Chiesa, questo sentimento parte dall'Illuminismo, è arrivato alle dittature per approdare alle domocrazie. Questo sentimento ha prodotto del sangue, sono molte di più le vittime cattoliche uccise dai regimi, e ideologie che quelle che la chiesa ha compiuto durante i periodi dell'Inquisizione e delle Crociate.

Naturalmente non sono in alcun modo giustificabili, atti criminali come la pedofilia di cui la Chiesa si è macchiata ultimamente, credo che i casi di pedofilia non è un orrore solo della Chiesa, ma riguarda la deviazione della società. Il clamore che viene dato agli abusi sui minori, dovrebbe essere dato anche nei confronti dei massacri dei cristiani nelle varie parti del mondo.

domenica 14 ottobre 2007

Primarie: Nasce il nuovo Partito Democratico di Walter Veltroni


Cari amici del Blog,


Oggi in varie piazze italiane si sono svolte le primarie del partito Democratico, con un nuovo leader Walter Veltroni. Si contendevano la Segreteria del partito, Rosy Bindi (14,1%), Enrico Letta (11,2%), Mario Adinolfi (0,01%), Piergiorgio Gawronski(0,01%) e Walter Veltroni (74,6%).

Certo vedendo le proposte per il nuovo segretario, di nuovo e di novità ce ne sono ben poche.
In pratica hanno cambiato il nome al partito di Prodi "l'Unione", gli hanno cambiato il nome e gli hanno messo un nuovo segretario, appunto Veltroni. Tranquilli non è cambiato nulla, siamo sempre a sinistra, vi sono sempre le stesse facce, le stesse proposte, la stessa mentalità.

Non è cambiato nulla. I 3 milioni di votanti possono andare a dormire a letto tranquilli, possono continuare a dormire anche quando si svegliano, avranno il caro vecchio Walter che li assopirà da Matrix o a Porta a porta. I giornalisti avranno materiale su cui parlare.
Prodi si sente seriamente tranquillizzato dal risultato, ed è disposto a collaborare seriamente con il nuovo segretario, e forse L'Unione seriamente ha cambiato faccia, adesso si chiama Partito Democratico PD, dalla serietà siamo passati alla conciliazione di Veltroni.
Avrei preferito che Veltroni avesse fatto un partito dal nulla e non dalle ceneri del partito di Prodi. Avrei sperato che il nuovo partito si fosse messo nel mezzo, nè con la destra nè con la sinistra, ma che avesse un programma ben definito e che lo portasse avanti con coloro che abbiano il coraggio di fare delle riforme per cambiare in meglio il paese.

Dal Blog di Di Pietro su Lavoro Precarietà Futuro


Cari Amici del Blog,


oggi voglio portare alla vostra attenzione, quello che dice Il Minostro Di Pietro nel suo Blog su Lavoro Precarietà Futuro, intervallati dai miei commenti, lo stesso articolo lo troverete nel blog di Di Pietro http://www.antoniodipietro.it/ modificato per via dell spazio....


"I precari sono circa cinque milioni e mezzo, in prevalenza giovani che non possono pianificare il loro futuro, farsi una famiglia, aprire un mutuo. Il numero sta crescendo insieme alla fuga all’estero di molti laureati. Le protezioni sociali per queste persone sono inesistenti, la pensione, se l’avranno, sarà a livello di sopravvivenza."


Condivisibile, ma non credo che il problema sia il poter aprire un mutuo per una casa e per sposarsi, la società odierna vuole creare una società di indebitati. I laureati scappano perchè non trovano un lavoro. Ma non abbiamo scoperto l'acqua calda.


La legge 30 va rivista a favore dei lavoratori, non è possibile che alcune aziende siano fatte quasi completamente da precari con il solo obiettivo di godere di sgravi fiscali. Né che i precari guadagnino molto meno di un lavoratore dipendente


La legge 30 più nota come Legge Biagi, sicuramente va rivista, il problema non è che alcune aziende siano fatte da precari per godere di sgravi fiscali, il problema è di vedere il motivo per cui una azienda non è nelle condizioni di poter assumere del personale a tempo indeterminato, magari un lavoratore costa molto? Magari le aziende sono talmente tassate, che non riescono ad andare avanti, un lavoratore costa troppo, le aziende vendono di meno perchè non risultano essere molto competitive, rispetto alle aziende degli altri paesi. Chiederei al Ministro di considerare oltre alla fuga dei laureati, la fuga degli impresari e delle loro imprese.

Per quanto riguarda le morti sul lavoro Di Pietro afferma che: "Lo Stato deve intervenire con l’inasprimento delle sanzioni, con un servizio di ispezioni reale ed efficace e non sulla carta come avviene spesso oggi. Chi causa la morte di un lavoratore, di frequente un capofamiglia, per incuria o mancanza di investimenti in sicurezza deve pagarne il prezzo anche con la chiusura dell’azienda. Vorrei aggiungere che un imprenditore non costruisce un'impresa per far si che i suoi lavoratori abbiano degli incidenti oppure che nella sua azienda avvengano delle morti, potremmo dire di sanzionare le case automobiliste poichè le loro auto non sono talmente sicure da evitare gli incidenti mortali autostradali. Quindi parlare di chiusura di una azienda, solo per il fatto di un'incidente mortale sul lavoro mi sembra un pò troppo banale. Facciamo invece in modo da colmare la mancanza di investimenti in sicurezza, magari scaricandoli dalle tasse e con degli incentivi, anzichè far gravere spese e sanzioni sempre sulle aziende, che poi va a discapito dei lavoratori.


Inoltre aggiunge il ministro: Inoltre, la diffusione della banda larga, la liberalizzazione del Wi-Max sono la base per lo sviluppo del Paese, ogni giorno che passa ci allontaniamo dall’Europa che conta. Se un bambino delle elementari danese o inglese studia collegato a Internet, da noi ci vuole uno zaino con dieci chili di libri e il ritorno alle tabelline invece dell’insegnmento obbligatorio della lingua inglese."


Il Ministro non dice nulla di nuovo, già il governo Berlusconi, parlava delle tre I, in cui si contemplava Internet e Inglese e Impresa. Non importano le modalità di insegnamento tra un bambino danese o italiano, la cosa importante è il risultato. Ci sono delle Menti che non riescono ad emergere perchè non viene dato spazio alla ricerca, tanto che sono costretti ad andare fuori
e lì riescono ad imporsi e a dare risultati, alla fine poi si legge il Nobel Italo-americano. Quando un premio Nobel per la Fisica non riesce a far partire un progetto in Sicilia sul Solare termodinamico, mentre in Spagna, allo stesso Carlo Rubbia, gli cambiano le leggi per permettergli di realizzare il suo progetto abbiamo già detto tutto. Il ministro parla di Inglese, nel suo governo si parla di ritorno al Latino.... Il problema non sta nel dire di cosa ci sia il bisogno, il problema principale è quello di attivarsi e risolvere il problema. Ma si sa a sinistra si parla e si parla e poi si straparla.

lunedì 8 ottobre 2007

Napoli: tabaccaio ucciso mentre porta i soldi in banca


Cari amici del Blog,

essendo un tabaccaio, sono addolorato per l'uccisione del mio collega di Napoli. Ormai succede molto spesso che tabaccai, vengano rapinati e uccisi con l'unica colpa di detenere delle somme che sono destinate allo Stato. Più volte la nostra Federazione ha cercato di sensibilizzare i governi per la messa in sicurezza delle Tabaccherie. Purtroppo appelli del genere restano inascoltati.

"Un tabaccaio di 47 anni è stato ucciso questa mattina a Sant'Antimo (alle porte di Napoli). L'uomo, secondo una prima ricostruzione dei fatti effettuata da carabinieri e polizia, sarebbe stato avvicinato da alcuni banditi in piazza Matteotti, che gli hanno esploso contro alcuni colpi di pistola. Gli investigatori stanno seguendo la pista del tentativo di rapina. L'uomo aveva dei soldi in tasca che, molto probabilmente, doveva versare in banca." Fonte: Unione Sarda.it

Insieme alla Federazione Italiana Tabaccai mi unisco al dolore dei familiari.

venerdì 5 ottobre 2007

La famiglia Lentini



Lentini o Leontini, famiglia nobile siciliana che può vantare origini molto antiche. Secondo lo storico e genealogista Filadelfo Mugnos il primo della famiglia sarebbe esistito nell’anno 813. Più spesso è attestata l’origine normanna. Godette nobiltà in Messina dal X secolo al XVI.


UN PO' DI STORIA ATTRAVERSO I LENTINI.


Lanfranco, nobile cavaliere, viene indicato dal Mugnos come il primo Lentini esistente. Nell’anno 813 aveva difeso con grande energia la sua città Lentini (Leontinum). Proprio per quegli eventi cominciò a portare quel cognome.
La famiglia fiorì molto presto e si diffuse fra Messina e Catania, soprattutto in quest’ultima, a cominciare da altri due esponenti dei Lentini: Alaimo e Lanfranco.

I due si distinsero per le loro imprese militari nell’armata normanna del Gran Conte Ruggero che per premiarli nel 1101 diede loro i castelli di Militello, d'Ossino, e d'Idra.
Nicolò e Gerardo, straticoti di Messina nel 1123, il cui operato fu così apprezzato che vennero loro consegnati i castelli di Buccherio e di Palizzolo.
Giovanni nominato vicere d'Abruzzo dall'imperatore Carlo VI, è maestro della Regia dogana de secretis di Messina; nel 1270 ottiene il casale di Cassisia nella Baronia di Ragusa e Climastado nell'area di Camastra.

I Vespri Siciliani
Alaimo - Come descrive il dottor A. Mango di Casalgerardo nel suo Nobiliario di Sicilia, "Alaimo, discendente dai precedenti, per i servizi prestati alla casa d’Aragona in occasione dei celebri “Vespri Siciliani” ottenne dal re Pietro la signoria di Butera, le terre di Palazzolo e di Buccheri e, per la moglie Macalda Scaletta, possedette la terra di Ficarra. Fu egli governatore di Messina, maestro giustiziere del regno di Sicilia, ecc. e infine tradì la fede del re Aragonese e passò al partito degli Angioini ma pagò il tradimento con la vita".
Tommaso ottiene il feudo baronale di Castelvetrano. La baronia viene poi tolta da Re Federico III di Aragona che la consegna a Bartolomeo Tagliavia. Tutto avviene sul finire del XIII secolo, un periodo di scontri sanguinosi e tradimenti per il controllo della Sicilia. Finita la prima fase dei Vespri Siciliani nel 1282 con la ritirata di Carlo I d’Angiò e dell’armata francese, nell’Isola rimangono gli spagnoli e gli Aragona. Il conflitto si riaccende poco dopo. Il 26 marzo del 1296, Federico d’Aragona, luogotenente del Regno di Sicilia per conto di Re Giacomo II di Aragona, viene incoronato Re di Sicilia (Giacomo vuole disimpegnarsi dalla lotta con gli Angiò firmando un trattato con Carlo lo Zoppo e i siciliani si scelgono il nuovo Monarca). L’esercito dell’Isola parte quindi all’attacco e invade la Calabria, allora sotto il controllo angioino. Nell’agosto di quell’anno l’armata siciliana raggiunge Rossano e la espugna. Le cose si complicano nel 1297, con il conflitto che si sposta ancora in Sicilia e le forze di Giacomo II che tentano di riprendersi l’Isola. Molte le vittime e non pochi i traditori che passano al nemico. Bartolomeo Tagliavia rimane fedele a Federico III, così nel 1299 ottiene la Baronia di Castelvetrano per l’estromissione di Tommaso Lentini accusato, invece, di tradimento. Ed è la seconda volta che un Lentini se la vede male per un atto d'infedeltà nei confronti di un regnante Aragona.

Gli ultimi esponenti storici
Conclusa l'esperienza dei Vespri siciliani e della contrapposizione Aragona/Angiò, la sequenza genealogica Lentini ha continuato ininterrotta. Così la descrive nel suo Nobiliario, il dottor A. Mango di Casalgerardo.
Antonio acquista i feudi di Cucco e San Basile, possedimenti che trasmette al figlio Lanfranco, a sua volta padre di Giacomo, il quale fu senatore di Catania fra il 1468 e il 1469, oltre a ottenere la conferma dei due predetti territori il 31 luglio 1453.
Sebastiano fu giudice e straticò di Messina negli anni 1558 e 59.
Anton Giacomo lo si trova iscritto alla mastra nobile del Mollica.
Mario il 26 agosto 1665 ottenne l'investitura del feudo di Nicchiara.
Laura-Maria Lentini e San Basile fu duchessa della Montagna Reale e principessa di Patti, nel 1681.

Arma


Blasone: di rosso, con cinque fuselli d’oro accollati in banda.
Variante: di rosso, a cinque fusi d’oro, accollati in banda, accompagnati in capo, da un giglio di giardino dello stesso.
I Baroni di Castelvetrano aggiunsero in campo d'azzuro due leoni d'oro affrontati e controrampanti ad una torre merlata dello stesso.
Corona di Barone.

Centro Storico di Castellammare del Golfo.


Cari amici del Blog,

qualche giorno avevamo parlato della manifestazione "per le antiche scale", una manifestazione ambientata in dei posti suggestivi dove le amministrazioni precedenti hanno bonificato l'intera zona in special modo il quartiere La Chiusa, con la pavimentazione in pietra e l'illuminazione.

Si presupponeva che gli interventi di restauro avrebbero promosso l'apertura di nuovi esercizi commerciali, in modo tale che la zona venisse utilizzata e fruita ai turisti che ai cittadini.

Bisogna segnalare che molti edifici della zona hanno il piano terra così come era l'uso delle costruzioni dell'epoca, di un solo locale complessivamente di 36-50 mq. Le norme vigenti per l'apertura di un esercizio commerciale, richiedono per legge, il bagno e l'antibagno, se poi è un locale che fruisce bevande anche il bagno per i diversamente abili, il che vuol dire se ci togli lo spazio per il bagno, questi locali diventano veramente piccoli, di conseguenza non sono utilizzabili. Bisognerebbe che le leggi vengano modificate per quanto concerne questi piccoli locali con qualche abbonimento delle norme.

mercoledì 3 ottobre 2007

il paese che non ci piace.


Cari amici del Blog,

esiste un paese in Sicilia, che è incantevole, può vantare di dire di essere completo, poichè ha il mare, le spiagge, la montagna, i boschi, le terme segestane, una riserva naturale, le grotte di Inici di interesse geologico, quello che gli manca è la voglia di valorizzare quello che ha, manca ai cittadini, è mancato ai sindaci e manca a coloro che per momento lo commissionano: si chiama Castellammare del Golfo (nella foto).
Un paese a vocazione turistica, ma capita che andando nella spiaggetta a Cala Marina, di fronte l'omonimo Hotel, che la piccola spiaggetta è ricettacolo di immondizia, ci trovi remi rotti, sedie di plastica sparse e tante altre belle cose, che rendono sgradevole la vista. Il mare non è accessibile ai turisti, c'è infatti messo un divieto di balneazione, non so in che condizione vertano le altre spiagge, in particolare la spiaggia Playa, ma se faccio due conti sono certo che anche quelle spiagge saranno malcurate..... ma che cosa ci vuole per effettuare una pulizia delle spiagge? Il clima sta cambiando, turisti verranno a mare anche a novembre, e le spiagge sono piene.