
con questo post mi sento di esprimere profondo dolore per la tragica morte che ha colpito sei nostri militari impegnati in Afghanistan con il contingente italiano.
Nell'adempimento del loro dovere è stata tolta la vita solo perchè operavano in nome della solidarietà umana e della giustizia, contro cui incredibilmente e follemente si battono le forze eversive locali che vogliono impedire a quel Paese di raggiungere l’ordine sociale e di affermare la democrazia.
In questo momento di grande tristezza ci uniamo al cordoglio unanime dell’Italia, esprimendo piena vicinanza alle forze militari e alle famiglie dei militari caduti.
A queste giungano i nostri sentimenti di condivisione del grave lutto e di profonda solidarietà, nella speranza che possano lenire lo smarrimento causato da una così orrenda perdita dei cari congiunti.
Vi prego gentilmente di non soffermarvi sulle polemiche e sui pro o contro del nostro coinvolgimento militare in Afghanistan ma solo e solamente sul dolore per la perdita di questi nostri militari italiani.
2 commenti:
Io però vorrei sapere perchè quando muore un militare viene considerato un eroe ma quando la gente muore in fabbrica non è la stessa cosa? Chi guadagna 1000 euro al mese, con orari assurdi al lavoro e deve portare a fine mese una famiglia non è forse un eroe alla pari?
e perchè i morti di messina non meritano lo stesso trattamento?
in ogni caso segnalo l'interessante articolo dal blog Camminando Scalzi
http://www.camminandoscalzi.it/wordpress/cadutiafghanistan-pugnonellocchio1.html
condivido con te Carlo V sul fatto della equità nella dignità della morte tra un operaio che muore in fabbrica e un soldato che muore in guerra. E vorrei aggiungere senza fare polemica che il titolo di eroe ai soldati viene dati perchè il loro compito è quello di difendere la pace nei paesi in cui non viene garantita una democrazia o la libertà. Per questo motivo vengono considerati eroi. Se invece li consideriamo dei semplici lavoratori al pari degli operai è chiaro che la loro morte possa essere equiparata a quella delle morti bianche, di cui speriamo non capitano tanto spesso come invece capita.
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