sabato 7 febbraio 2009

Magdi Cristiano Allam e le elezioni europee

Cari amici del Blog,
voglio partare alla vostra attenzione una lettera che ho ricevuto dal giornalista Magdi Cristiano Allan che riporta alcune sue considerazioni sulle prossime elezioni europee. Tengo a precisare che la pubblicazione di questa lettera esula l'adesione al costituito neo-partito di Magdi Cristiano Allam.

Cari amici,
L’insieme dei partiti presenti all’interno del Parlamento italiano, Popolo della Libertà e Lega Nord del Centro Destra, Partito Democratico e Italia dei Valori del Centro Sinistra, in aggiunta alla Udc (Unione dei Democratici Cristiani e di Centro), hanno approvato martedì scorso, 3 febbraio, l’introduzione della soglia di sbarramento del 4% per poter accedere al Parlamento Europeo. Si tratta di fatto della blindatura del potere di questi stessi partiti, sia nei confronti delle correnti dissidenti che scalpitano al loro interno facendo capire loro che non avrebbero possibilità di farcela da soli qualora pensassero di distaccarsi, sia nei confronti dei partiti minori dell’estrema sinistra e dell’estrema destra che non hanno più una rappresentanza parlamentare dopo aver fallito nel superamento dello sbarramento nelle elezioni politiche dell’aprile 2008.
Per quanto ci riguarda, noi Protagonisti Per l’Europa Cristiana, attualmente impegnati a fronteggiare la sfida della raccolta di 150 mila firme entro il 27 aprile 2009 per poter concorrere alle elezioni europee, lo sbarramento al 4% è un ulteriore difficile ostacolo da superare per un soggetto politico neonato di appena due mesi. La questione si pone in questi termini: come riuscire a salvaguardare l’identità di un partito nuovo nella sua essenza che aspira a promuovere la riforma etica della cultura politica e delle istituzioni, quindi ad assicurare la permanenza del suo simbolo e del suo progetto politico, con la necessità di entrare a far parte del Parlamento Europeo per poter realizzare concretamente gli obiettivi che afferma?
Prima di rispondere a questo quesito devo fare due considerazioni. L’iniziativa di blindare il potere da parte dell’insieme dell’attuale classe politica è una nuova deriva etica dopo aver esautorato il Parlamento italiano della sua funzione istituzionale, facendo venir meno il fulcro della democrazia ovvero il rapporto fiduciario tra l’elettore e l’eletto, determinando l’occupazione dei mille seggi della Camera dei deputati e del Senato da persone designate dai leader dei partiti, anziché essere scelti dal popolo. Il risultato è che gli onorevoli e i senatori di questa legislatura non sono in alcun modo tenuti a rispondere del loro operato agli italiani che non li hanno votati e non sanno neppure chi siano, bensì agli sms inviati loro dai rispettivi capigruppo alla Camera e al Senato tramite cui si ordina loro che a tale giorno e tale dovranno sedere sulle proprie poltrone e premere in un certo modo un pulsante in accondiscendenza alle decisioni prese dai loro leader. Questa non è democrazia, piuttosto è la tomba della democrazia!
L’imposizione dello sbarramento del 4% alle europee, anche senza l’abolizione del voto di preferenza così come avrebbero voluto Berlusconi e Veltroni ma a cui si è sono opposti l’Udc, l’Idv e le correnti del Pd in conflitto con Veltroni, colloca la democrazia italiana in una dimensione formalmente corretta ma sostanzialmente antidemocratica. Si sta adottando lo stesso approccio formalistico utilizzato dalle dittature per accreditarsi con una nuova veste democratica, salvaguardando nella sostanza l’interesse esclusivo di una fazione oligarchica. Si usano le regole formali della democrazia per imporre un sistema di potere che viola il fulcro della democrazia sostanziale, il rapporto fiduciario tra l’elettore e l’eletto, blindando il potere esistente che s’incarna nei leader o è comunque frutto di scelte verticistiche. Tuttavia ciò potrà soltanto rinviare il tracollo di un sistema politico senza radicamento reale nei cuori e nella mente degli italiani, senza una struttura fatta di protagonisti che partecipano consapevolmente e responsabilmente ad una comune missione. La verità è che sia il Pdl sia il Pd sono delle galassie allo stato gassoso, tenute unite, nel primo caso, dal carisma personale e dai soldi di Berlusconi e, nel secondo caso, dal comune pregiudizio nei confronti di Berlusconi. Di fatto Berlusconi emerge come il comune collante sia della destra sia della sinistra. Si può comprendere come l’uscita dalla scena politica di Berlusconi determinerà lo scollamento e la dissoluzione sia del Pdl sia del Pd. Ecco perché Berlusconi e Veltroni hanno bisogno di blindare un potere gestito da partiti che non hanno nulla in comune sul piano dell’identità, dei valori e delle regole, che sopravvivono solo trincerandosi dietro alla muraglia dello sbarramento elettorale.
La seconda considerazione è che sono estremamente preoccupato per le prospettive della nostra democrazia. Nei miei numerosi incontri pubblici in tutt’Italia tocco con mano, giorno dopo giorno, come la gente si allontani dalla politica, diffida sempre più dei partiti, del Parlamento e dell’insieme delle istituzioni. Contemporaneamente cresce il populismo di quanti strumentalizzano la denuncia per raccogliere un facile consenso, ed è l’approccio che tenta sempre di più la Lega Nord a destra e l’Italia dei Valori a sinistra, una denuncia fine a se stessa che distrugge anziché costruire. Ormai la denuncia è diventata un business che ha permesso a tanti sciacalli della politica di lucrare infierendo contro le vittime di turno, scadendo al punto da diventare una moda masochistica di tanta gente che si compiace nello stare male.
E’ in questo contesto che noi Protagonisti Per l’Europa Cristiana siamo chiamati ad una storica decisione a due mesi dalla nostra nascita e a due mesi dall’avvio della campagna elettorale. Dobbiamo decidere se andare dritti lungo la strada maestra, in assoluta autonomia, indipendentemente dall’esito della raccolta delle firme e dall’esito delle elezioni, anche a costo di restare fuori dal Parlamento Europeo e dalle istituzioni per un tempo indeterminato, con il rischio di far venire sempre meno l’adesione e la passione per il nostro progetto politico; oppure, se accettare una proposta di coalizione con un partito esistente che nella salvaguardia del nostro simbolo, della nostra identità e del nostro progetto politico ci assicuri l’ingresso nel Parlamento Europeo, acquisendo così la possibilità di far sentire la nostra voce e di concorrere nell’attuazione delle nostre proposte per dare un’anima ad un’Europa appiattita sul materialismo e sul consumismo. Nel primo caso salvaguarderemmo nel modo più assoluto l’integrità etica del Partito ma rischieremmo la sua fine per lo sconforto derivante dall’impotenza per chissà quanto tempo ad operare nel terreno pratico dell’azione politica; nel secondo caso dovremmo coniugare l’idealità con la realtà per poter avviare il processo di riforma etica e metterci nella condizione di crescere come Partito e radicarci sull’insieme del territorio nazionale, consolidando la nostra capacità di realizzare il nostro programma politico.
Di tutto ciò, cari amici, parleremo nel corso dell’incontro odierno a Milano con i Protagonisti della Lombardia e nell’incontro di domani, sabato 7 febbraio, a Montecatini Terme con i Protagonisti del Centro e di altre parti d’Italia. Che Dio ci illumini nel nostro percorso di verità e libertà, ci dia il coraggio di essere pienamente noi stessi, ci dia la saggezza per perseguire il bene comune. Amen.
Magdi Cristiano

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