venerdì 23 aprile 2010
www.lentinishop.it il mio nuovo shop on-line.
Cari amici del blog,
vorrei portare alla vostra attenzione il mio nuovo portale on-line per la vendita di tanti prodotti interessanti che riguardano la mia attività, spero possa piacere un pò a tutti, sono alle fasi iniziali quindi se avete qualche suggerimento sarà sempre gradito :)
domenica 3 gennaio 2010
Restituzioni delle reliquie di San Nicolò alla Turchia
Cari lettori e lettrici del Blog,
come primo post dell'anno ci occupiamo della richiesta da parte del governo turco, dei resti di San Nicola, vescovo di Myra, le cui reliquie sono custodite nella cattedrale di Bari. E' il ministro della cultura turco che ha intenzione di chiedere all'Italia la restituzione delle reliquie di San Nicola, queste sono esposte a Bari dall'XI secolo. Il santo era originario della citta' di Myra, l'attuale Demre. Le sue spoglie vennero traslate pochi anni dopo l'anno Mille. Il Ministro turco, Gunay ha detto "Se costruiremo un museo a Demre chiederemo le spoglie di Babbo Natale" [...] "Quelle reliquie devono essere esposte qui e non in una citta' di pirati (Bari ndr)"
Certo che sentire esordire così un ministro della cultura turco, che reputa una città di pirati, Bari che le ha custodite fino ai nostri giorni, mantenendo vivo la devozione al Santo di Bari, è qualcosa che lascia basiti. Non mi stupisco del fatto che il ministro islamico della Turchia richiede le reliquie, mi stupisce l'ignoranza del ministro che non sa che solo una parte delle reliquie di San Nicola, sono a Bari, ma che una parte risiedono a Venezia nella Chiesa di San Nicola al lido e anche a Rimini.
E' anche incredibile che il ministro vorrebbe richiedere le reliquie allo stato Italiano quando quelle reliquie non sono di competenza dello Stato Italiano ma bensì del Vaticano, non solo, questo ministro non capisce nemmeno la differenza esistente tra un bene culturale e un bene devozionale.... infatti è arrivata la replica dall'Italia. «Le reliquie di San Nicola non sono un bene culturale ma religioso, non qualcosa da visitare in un museo ma da venerare. È difficile rispondere a qualsiasi domanda poichè la richiesta è stata fatta dalla Turchia all'Italia, cioè da uno Stato all'altro e non alla chiesa cattolica, quindi al Vaticano che è depositario di quelle reliquie», ha detto padre Damiano Bova, attuale rettore della basilica di San Nicola.
Come mi auguro sappiate tutti, dalle sacre ossa di San Nicola che riposano sotto un altare costruito nella cripta della Basilica di Bari, fuoriesce da più di 1000 anni un liquido oleoso e profumato, chiamato Manna.
La Manna essudata dalle ossa del Santo, è una reliquia Sacra importantissima, tanto che da tutto il mondo fedeli adoranti arrivano a Bari per assicurarsi una piccola ampolla.
Ebbene ogni anno il 9 maggio al termine di una suggestiva messa, la Manna viene prelevata dalla tomba di San Nicola, esposta all’adorazione dei credenti e successivamente distribuita.
Tanti secoli fa l’unguento veniva raccolto all’occorrenza, in date non stabilite, tramite l’ausilio di una spugna di mare.
Adesso invece il prelievo avviene sempre e solo il 9 maggio, tramite l’inserimento nella tomba di una cannula in oro e argento che aspira il santo liquido.
Una parte della reliquia viene consegnata al Vescovo che l’espone alla venerazione della gente, custodendola in un’ampolla provvista di catena.
La restante parte viene diluita in acqua benedetta e distribuita in piccole boccette a tutti i presenti.
Solo il quel giorno ne vengono distribuite alcune migliaia.
Chi è Credente attribuisce alla Manna di San Nicola, protettore di Bari, poteri miracolosi, dal resto ci sono alcuni miracoli attribuiti al Santo che parlano di prodigiose guarigioni che la scienza non ha saputo spiegare.
come primo post dell'anno ci occupiamo della richiesta da parte del governo turco, dei resti di San Nicola, vescovo di Myra, le cui reliquie sono custodite nella cattedrale di Bari. E' il ministro della cultura turco che ha intenzione di chiedere all'Italia la restituzione delle reliquie di San Nicola, queste sono esposte a Bari dall'XI secolo. Il santo era originario della citta' di Myra, l'attuale Demre. Le sue spoglie vennero traslate pochi anni dopo l'anno Mille. Il Ministro turco, Gunay ha detto "Se costruiremo un museo a Demre chiederemo le spoglie di Babbo Natale" [...] "Quelle reliquie devono essere esposte qui e non in una citta' di pirati (Bari ndr)"
Certo che sentire esordire così un ministro della cultura turco, che reputa una città di pirati, Bari che le ha custodite fino ai nostri giorni, mantenendo vivo la devozione al Santo di Bari, è qualcosa che lascia basiti. Non mi stupisco del fatto che il ministro islamico della Turchia richiede le reliquie, mi stupisce l'ignoranza del ministro che non sa che solo una parte delle reliquie di San Nicola, sono a Bari, ma che una parte risiedono a Venezia nella Chiesa di San Nicola al lido e anche a Rimini.
E' anche incredibile che il ministro vorrebbe richiedere le reliquie allo stato Italiano quando quelle reliquie non sono di competenza dello Stato Italiano ma bensì del Vaticano, non solo, questo ministro non capisce nemmeno la differenza esistente tra un bene culturale e un bene devozionale.... infatti è arrivata la replica dall'Italia. «Le reliquie di San Nicola non sono un bene culturale ma religioso, non qualcosa da visitare in un museo ma da venerare. È difficile rispondere a qualsiasi domanda poichè la richiesta è stata fatta dalla Turchia all'Italia, cioè da uno Stato all'altro e non alla chiesa cattolica, quindi al Vaticano che è depositario di quelle reliquie», ha detto padre Damiano Bova, attuale rettore della basilica di San Nicola.
Come mi auguro sappiate tutti, dalle sacre ossa di San Nicola che riposano sotto un altare costruito nella cripta della Basilica di Bari, fuoriesce da più di 1000 anni un liquido oleoso e profumato, chiamato Manna.
La Manna essudata dalle ossa del Santo, è una reliquia Sacra importantissima, tanto che da tutto il mondo fedeli adoranti arrivano a Bari per assicurarsi una piccola ampolla.
Ebbene ogni anno il 9 maggio al termine di una suggestiva messa, la Manna viene prelevata dalla tomba di San Nicola, esposta all’adorazione dei credenti e successivamente distribuita.
Tanti secoli fa l’unguento veniva raccolto all’occorrenza, in date non stabilite, tramite l’ausilio di una spugna di mare.
Adesso invece il prelievo avviene sempre e solo il 9 maggio, tramite l’inserimento nella tomba di una cannula in oro e argento che aspira il santo liquido.
Una parte della reliquia viene consegnata al Vescovo che l’espone alla venerazione della gente, custodendola in un’ampolla provvista di catena.
La restante parte viene diluita in acqua benedetta e distribuita in piccole boccette a tutti i presenti.
Solo il quel giorno ne vengono distribuite alcune migliaia.
Chi è Credente attribuisce alla Manna di San Nicola, protettore di Bari, poteri miracolosi, dal resto ci sono alcuni miracoli attribuiti al Santo che parlano di prodigiose guarigioni che la scienza non ha saputo spiegare.
AUGURI DI BUON 2010
Cari lettori e lettrici del Blog,
vi giungano graditi i miei migliori auguri di buon Anno 2010!
Ci siamo lasciati alle spalle un anno difficile, incentrato sulla crisi economica mondiale che ha avuto ripercussioni sulle nostre vite, è stato un anno duro per tutti, per chi ha perso il lavoro, per chi ha avuto trasformazioni nella vita personale, un anno passato nella speranza che domani sia un giorno migliore di quello di prima. Adesso abbiamo un anno davanti e ci auguriamo sia migliore per tutti, anche per coloro che gufano che le cose vadano storte. Ci sono certi individui che sperano che le cose vadano peggio solo per dire che loro avevano ragione, bene, noi siamo per l'ottimismo:
Se il lavoro vi ha creato problemi, non vi perdete d'animo quest'anno lo troverete, se avete perso l'amore, non vuol dire che non incontrerete l'amore della vostra vita, i proverbi antichi non sbagliano mai: Si chiude una porta e si apre un portone... non scoraggiatevi dunque. Per quanto riguarda la crisi, le vostre titubanze e timori, il tempo farà in modo di sistemare le cose, non potrà piovere per sempre, quindi stringiamo i denti ancora un pò e ci risolleveremo tutti.
E' questo il mio augurio per voi: che la vostra vita dal 2010 in poi sempre radiosa
con affetto
Auguri dal Blog e dal suo Autore
mercoledì 16 dicembre 2009
Natale a Castellammare ...
Cari amici del blog,
il Comune di Castellammare del Golfo si appresta ai festeggiamenti di Natale, potremmo dire che come al solito farà bella figura grazie a quei castellammaresi di buona volontà che pur di creare un movimento in paese si adoperano per animare il paese, anzi più che animare il paese dovremmo parlare di rianimarlo....
Le associazioni che si sono prodigate alla presentazione del Natale di Castellammare del Golfo sono:
Il centro culturale “La Traccia” e la parrocchia Maria Santissima Addolorata (Santa Rita) organizza nell'aula consiliare, la IV mostra dei Presepi dal 21 dicembre al 6gennaio.
L'associazione "Quattrocanti" organizza invece la manifestazione "Natale in corso" si tratta di 12 stand che ospitano Enti locali, attività commerciali ed artigianali, e sono visitabili fino al 30 dicembre. Per la cronaca questi stand vengono dati in affitto ai commercianti, quindi parlare di contributo del Comune mi sembra eccessivo, per questo è così esiguo il numero di partecipanti, un alto costo per una breve durata infatti gli stand saranno visitabili fino al 30 dicembre.
Il 19 e il 28 dicembre, l’associazione “Quattrocanti” organizza il "Tombolone" al teatro Apollo.
La Direzione Didattica propone il 17 e 18 dicembre, al teatro Apollo, il coro di voci bianche “Insieme si può”.
l'Associazione EDO Ludos per il 21 dicembre, alle 21, al teatro Apollo, metterà in scena "Il cappellino.. Arrangiarsi è un’arte", di Franca Barone, mentre il 23 dicembre, al teatro Apollo, la “Pagliacciata di Natale”, spettacolo per bambini con animazione di clown.
Ritorna invece anche quest'anno, il suggestivo presepe vivente di Balata di Baida, giunto alla XIV edizione, di questo evento spero di potervene parlare in modo più articolato.
venerdì 9 ottobre 2009
Castellammare del Golfo: Connessione ad internet wireless gratuita
Cari amici castellammaresi del blog,
Buone notizie, per noi internauti è stata attivata, in via sperimentale, la possibilità di connessione ad internet tramite sistema Wireless.
Fonte: comunicato stampa del Comune.
L'amministrazione comunale guidata dal Sindaco Marzio Bresciani, afferma che «si tratta dell’ennesimo passo avanti verso l'innovazione e la tecnologia con uno sguardo alle nuove generazioni». Il sistema senza fili consentirà, a tutti coloro che ne faranno richiesta, di collegarsi gratuitamente ad internet, semplicemente compilando un modulo di iscrizione alla rete, reperibile presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico(Corso Mattarella), o collegandosi al sito http://www.recomnet.org/web/castellammare, area Servizi al Cittadino, sottoarea Vivere la Città, link Wi-Fi. Una volta compilato il modulo, sarà necessario protocollarlo presso la sede centrale del Comune e al cittadino che ha presentato richiesta, sarà inviata, via e-mail, la password per la connessione. «L'attivazione di questo servizio - spiega l'assessore alle Politiche Giovanili e Relazioni Pubbliche, Angelo Palmeri- darà la possibilità a moltissimi giovani, ed a chiunque ne faccia richiesta, di utilizzare internet gratuitamente all'interno del territorio comunale e di poter continuare a lavorare, studiare o svagarsi, anche al di fuori delle mura domestiche». Le aree attualmente raggiunte dal servizio sono: la villa comunale Regina Margherita, la biblioteca multimediale “Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta” (piazza Matteotti), e parte di Cala Marina. Il servizio è attualmente in fase di sperimentazione. L’obiettivo è quello di potenziarlo ed estenderlo a gran parte del territorio comunale.
Oltre alle aree precedentemente nominate, molto probabilmente sarà anche coperta la zona nei pressi del Comando dei Vigili urbani.
Sappiamo che c'è, la connessione non sarà ottima per scaricare con e-mule ma per una connessione semplice è possibile... non lasciamoci perdere questa buona occasione e aderiamo in tanto, per estendere a tutto il territorio la copertura della rete wireless.
PREMIO NOBEL per la PACE 2009: Barack Obama
Cari amici del Blog,
ormai è ufficiale ... il Premio Nobel per la Pace sarà assegnato indovinate a chi? Barack Obama. Lo ha annunciato Fondazione Nobel, con la motivazione: per il riconoscimento che viene dato a chi si impegna profondamente per portare la pace nel Mondo. Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America sarà premiato “per i suoi straordinari sforzi tesi a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli“.
Barack Obama entrera’ nella storia accanto a Martin Luther King Jr. vincitore del premio nel 1964, a Madre Teresa di Calcutta, che lo ha vinto nel 1979, a Nelson Mandela, premio Nobel della Pace nel 1993. E non e’ l’unico presidente americano a riceverlo: nel 1906 venne dato a Theodor Roosvelt e nel 2002 era stata la volta di Jimmy Carter.
Di contro il popolo afgano e quello dell'Iraq per par condicio a breve lo insigneranno del Premio Nobel per la Guerra con la motivazione che sta seguendo le direttive portate avanti da Bush ...
Si aspetta che Bush passi a miglior vita affinchè possa iniziare la causa di beatificazione ....
giovedì 8 ottobre 2009
STESICORO - Poeta Lirico Siciliano
Cari amici del Blog,
come vi avevo preannunciato, iniziamo con questa rubrica un viaggio alla ricerca di quei personaggi siciliani che hanno dato un contributo al progresso dell'umanità.
In questo post ci occupereremo di un poeta Lirico catanese considerato come il primo autore della poesia lirica e corale: Stesicoro di Imera.
Stesicoro, nativo di Imera, centro urbano fondato dal padre nel 648 a.C. sul litorale tirrenico dell’isola. Intorno agli inizi del VI sec., all’incirca trentenne, Stesicoro si trasferì a Kathana, dove morì intorno alla metà dello stesso. Nella città etnea, il Poeta si mostrò particolarmente attratto da quella forma aurorale di incontro sinergico tra arti diverse che già da secoli era presente nella tradizione orfico-dionisiaca e a cui già Androne attingeva nella strutturazione della nuova arte coreografica. Alla musica e alla danza, Stesicoro aggiunge una solenne voce poetica, che in alcune opere diventa polifonia e arte protodrammatica, ed è ricordato dalla tradizione quale inventore del genere definibile "coro narrativo".
Delle sue 26 opere la più famosa è la favola del cavallo e del cervo.
In quest'opera Stesicoro racconta come tra i due animali esisteva sempre astio. Il cavallo per battere il suo antico rivale chiese aiuto all'uomo. Quest'ultimo cacciò il cervo, ma per essere ripagato rese schiavo il cavallo.
Dai titoli citati dagli storici alessandrini ricaviamo che Stesicoro traeva spunto per le sue invenzioni tanto dall’antica tradizione dei nóstoi (ovvero le peripezie dei guerrieri achei di ritorno nell’Ellade dopo la distruzione di Troia, tradizione a cui aveva attinto Omero per la redazione dell’Odissea, e che vantava una ricchissima produzione orale andata perduta già in età classica) che dalla mitologia nelle sue forme ormai consolidate. Li riportiamo brevemente: I ritorni (intreccio di vicende tratte dai nóstoi ); Kyknos, che ha per tema lo scontro tra l’omonimo bandito tessalo e Eracle; la Caccia al cinghiale, tratto dal celeberrimo episodio mitologico che vedeva i principali eroi greci impegnati nella caccia al terribile cinghiale Calidonio; I giochi funebri per Pelia, torneo aristocratico tenutosi in occasione della morte dell’usurpatore che aveva fatto uccidere il re legittimo, padre di Teseo; la Distruzione di Troia, che completa la narrazione dell’Iliade, in cui la narrazione s’interrompe ben prima dell’introduzione nella città del famoso "cavallo"; la Saga di Oreste, che utilizzava ampiamente spunti ricavati da Omero e dalla tradizione per ricostruire il complotto della moglie di Agamenone, Clitemnestra, in combutta col cognato Egisto, per usurpare il trono del marito che torna vincitore da Troia e la successiva vendetta del figlio Oreste che, con l’aiuto della sorella Elettra, sopprime i due traditori, grande tema tragico trattato da Stesicoro con sublime pathos e dovizia di mezzi artistici e perciò destinato ad avere un’enorme influenza sull’Eschilo dell’Orestiade e su Euripide; ancora, la Saga di Gerione, trama avventurosa che ha come protagonista Eracle impegnato in Occidente nella caccia al mostro Gerione e narra altresì del suo successivo ritorno in Oriente con il trofeo della Coppa d’Oro, nascosto all’interno della quale il sole faceva ritorno ogni giorno nell’Oceano meridionale.
Infine la Palinodia, in cui veniva ribaltato il topos culturale che vedeva in Elena moglie di Menelao, fuggita con Paride a Troia, l’emblema del tradimento. A Sparta, dove Stesicoro andò spesso a visitare la parentela, Elena era venerata quale dea benefica locale e ciò probabilmente indusse il poeta a ripristinare la verità contro una denigrazione mitico-leggendaria secolare: non era Elena la donna partita con Paride alla volta di Troia, ma una sua immagine fallace, un eidolon.
Stesicoro fu certamente uno dei massimi poeti dell’antichità classica e un precursore dell’arte drammatica, anche se l’immediata posterità non gli riconobbe la fama e la grandezza di cui aveva goduto presso i contemporanei. Le sue opere andarono perdute anche perché non trascritte, destino comune peraltro alla grandissima maggioranza delle opere letterarie, comprese la parte preponderante delle produzioni di Eschilo, Sofocle, Euripide e in modo completo degli altri drammaturghi classici.
Frammentaria, ridondante, a volte insipidamente sentimentale o stucchevolmente enfatica: questo fu detto della sua opera da contemporanei o posteri inveleniti dal suo successo in ambito panellenico. Ma circa due secoli dopo le stesse parole non furono usate per Euripide?
Sicuro fu il radicamento di Stesicoro nella polis di Kathana. Si racconta che quando gli fu chiesto, nell’imminenza di un attacco cartaginese contro la città, se reputasse o meno opportuna l’alleanza della città col sanguinario tiranno agrigentino Falaride, li dissuase da ciò raccontando l’apologo del cavallo che chiese l’aiuto dell’uomo per divenirne poi schiavo.
come vi avevo preannunciato, iniziamo con questa rubrica un viaggio alla ricerca di quei personaggi siciliani che hanno dato un contributo al progresso dell'umanità.
In questo post ci occupereremo di un poeta Lirico catanese considerato come il primo autore della poesia lirica e corale: Stesicoro di Imera.
Stesicoro, nativo di Imera, centro urbano fondato dal padre nel 648 a.C. sul litorale tirrenico dell’isola. Intorno agli inizi del VI sec., all’incirca trentenne, Stesicoro si trasferì a Kathana, dove morì intorno alla metà dello stesso. Nella città etnea, il Poeta si mostrò particolarmente attratto da quella forma aurorale di incontro sinergico tra arti diverse che già da secoli era presente nella tradizione orfico-dionisiaca e a cui già Androne attingeva nella strutturazione della nuova arte coreografica. Alla musica e alla danza, Stesicoro aggiunge una solenne voce poetica, che in alcune opere diventa polifonia e arte protodrammatica, ed è ricordato dalla tradizione quale inventore del genere definibile "coro narrativo".
Delle sue 26 opere la più famosa è la favola del cavallo e del cervo.
In quest'opera Stesicoro racconta come tra i due animali esisteva sempre astio. Il cavallo per battere il suo antico rivale chiese aiuto all'uomo. Quest'ultimo cacciò il cervo, ma per essere ripagato rese schiavo il cavallo.
Dai titoli citati dagli storici alessandrini ricaviamo che Stesicoro traeva spunto per le sue invenzioni tanto dall’antica tradizione dei nóstoi (ovvero le peripezie dei guerrieri achei di ritorno nell’Ellade dopo la distruzione di Troia, tradizione a cui aveva attinto Omero per la redazione dell’Odissea, e che vantava una ricchissima produzione orale andata perduta già in età classica) che dalla mitologia nelle sue forme ormai consolidate. Li riportiamo brevemente: I ritorni (intreccio di vicende tratte dai nóstoi ); Kyknos, che ha per tema lo scontro tra l’omonimo bandito tessalo e Eracle; la Caccia al cinghiale, tratto dal celeberrimo episodio mitologico che vedeva i principali eroi greci impegnati nella caccia al terribile cinghiale Calidonio; I giochi funebri per Pelia, torneo aristocratico tenutosi in occasione della morte dell’usurpatore che aveva fatto uccidere il re legittimo, padre di Teseo; la Distruzione di Troia, che completa la narrazione dell’Iliade, in cui la narrazione s’interrompe ben prima dell’introduzione nella città del famoso "cavallo"; la Saga di Oreste, che utilizzava ampiamente spunti ricavati da Omero e dalla tradizione per ricostruire il complotto della moglie di Agamenone, Clitemnestra, in combutta col cognato Egisto, per usurpare il trono del marito che torna vincitore da Troia e la successiva vendetta del figlio Oreste che, con l’aiuto della sorella Elettra, sopprime i due traditori, grande tema tragico trattato da Stesicoro con sublime pathos e dovizia di mezzi artistici e perciò destinato ad avere un’enorme influenza sull’Eschilo dell’Orestiade e su Euripide; ancora, la Saga di Gerione, trama avventurosa che ha come protagonista Eracle impegnato in Occidente nella caccia al mostro Gerione e narra altresì del suo successivo ritorno in Oriente con il trofeo della Coppa d’Oro, nascosto all’interno della quale il sole faceva ritorno ogni giorno nell’Oceano meridionale.
Infine la Palinodia, in cui veniva ribaltato il topos culturale che vedeva in Elena moglie di Menelao, fuggita con Paride a Troia, l’emblema del tradimento. A Sparta, dove Stesicoro andò spesso a visitare la parentela, Elena era venerata quale dea benefica locale e ciò probabilmente indusse il poeta a ripristinare la verità contro una denigrazione mitico-leggendaria secolare: non era Elena la donna partita con Paride alla volta di Troia, ma una sua immagine fallace, un eidolon.
Stesicoro fu certamente uno dei massimi poeti dell’antichità classica e un precursore dell’arte drammatica, anche se l’immediata posterità non gli riconobbe la fama e la grandezza di cui aveva goduto presso i contemporanei. Le sue opere andarono perdute anche perché non trascritte, destino comune peraltro alla grandissima maggioranza delle opere letterarie, comprese la parte preponderante delle produzioni di Eschilo, Sofocle, Euripide e in modo completo degli altri drammaturghi classici.
Frammentaria, ridondante, a volte insipidamente sentimentale o stucchevolmente enfatica: questo fu detto della sua opera da contemporanei o posteri inveleniti dal suo successo in ambito panellenico. Ma circa due secoli dopo le stesse parole non furono usate per Euripide?
Sicuro fu il radicamento di Stesicoro nella polis di Kathana. Si racconta che quando gli fu chiesto, nell’imminenza di un attacco cartaginese contro la città, se reputasse o meno opportuna l’alleanza della città col sanguinario tiranno agrigentino Falaride, li dissuase da ciò raccontando l’apologo del cavallo che chiese l’aiuto dell’uomo per divenirne poi schiavo.
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